E’ tradizione che le opere edili da esterno vengano realizzate prevalentemente al cominciare delle belle stagioni. Questa usanza ormai radicata non è di certo priva di fondamento; essa risale infatti agli albori della civiltà quando i materiali utilizzati erano prevalentemente a base di calce o terra e una eventuale pioggia, improvvisa e non, poteva vanificare gli sforzi di una giornata intera di lavoro “lavando” di fatto i materiali usati per le pose dei mattoni o dei massetti, costringendo i prestatori a ricominciare letteralmente da capo o comunque rovinando parte dell’opera realizzata. Successivamente, con l’introduzione del cemento, questo problema è stato in parte ovviato in quanto i materiali cementizi, dopo qualche ora, sono già in grado di assorbire l’eventuale acqua piovana senza subire grosse ripercussioni dal punto di vista lavorativo e garantendo la realizzazione dell’opera anche in condizioni atmosferiche non ottimali. Dunque i problemi erano finiti? Assolutamente no! Infatti il cemento catturava l’acqua e questo poteva non essere un problema in regioni calde o comunque temperate, discorso diverso si prospettava in regioni fredde o montuose. La caduta delle temperature sotto lo zero provocava infatti il gelarsi dell’acqua imprigionata causando non pochi problemi alle superfici con il ritorno del disgelo mattutino. Questa concatenazione di eventi ha portato alla buona vecchia usanza di effettuare lavorazioni edili solamente quando il clima si fa temperato e le piogge possono cadere improvvise senza provocare danni ai massetti. Quindi dobbiamo necessariamente attendere la bella stagione anche se una goccetta cade dal mio soffitto in testa ogni volta che mi poso sul letto? Assolutamente no, le tecnologie sui materiali vanno avanti e i numerosi problemi di cui sopra possono sicuramente essere aggirati. Se non avete un massetto stabile esistono in commercio molto diffusamente cementi ad essiccazione veloce che sono in grado, in poche ore, di raggiungere il livello di essiccazione che di solito raggiunge il cemento in 3 o 4 giorni. Questo vi permetterà di arginare il pericolo di umidità residua del massetto che deve essere comunque, per buona norma, lasciato riposare per almeno 28 giorni. Questo tipo di massetti hanno un costo superiore e spesso vengono evitati proprio per non lievitare i costi di ristrutturazione di una superficie, ma hanno buone prestazioni e il vantaggio di far evaporare in fretta l’acqua di preparazione, eliminando di fatto le problematiche di caduta sotto lo zero delle temperature. Molti di voi allora penseranno che sia necessario demolire e realizzare un nuovo massetto per impermeabilizzare, magari in emergenza, una pavimentazione preesistente.
La risposta anche in questo caso è negativa, nonostante la saggezza popolare abbia dei fondamenti solidi nella tradizione e nei materiali che venivano utilizzati in tempi passati. Attraverso le resine, infatti, è possibile impermeabilizzare senza demolire su superfici cementizie o pavimenti già realizzati che abbiano un’indice di umidità sotto al 30% e successivamente realizzare direttamente una pavimentazione con colla e piastrelle oppure lasciare direttamente le resine “faccia vista” in quanto superficie tranquillamente pedonabile. Allora perché passando dal vostro rivenditore edile di fiducia vi è stato indicato di aspettare la bella stagione? La ragione è complessa e legata anche alle vigenti regolamentazioni sui trasporti di merci.
Le resine più utilizzate in inverno sono diluite con solventi sintetici per poter arrivare ad asciugatura e cominciare la catalisi a temperature molto basse, anche sotto lo zero. Questo fattore implica due diversi aspetti: il primo è che le resine invernali tendono ad avere un costo leggermente più alto, circa un 10% sull’imponibile non ivato. In secondo luogo un quantitativo di materiale superiore ai 100 Kg obbliga il trasporto denominato “ADR”, cioè per merci pericolose per l’ambiente e infiammabili, un trasporto che naturalmente i corrieri tariffano in maniera superiore, anche perché servono corsi di formazione speciali da parte dei trasportatori ai loro dipendenti. Va da sé che le aziende produttrici, per limitare i costi di rivendita e per minimizzare le perdite su prodotti che spesso vengono venduti in quantità ridotte -per le tradizioni di cui sopra- spesso decidano di non pubblicizzare o anche evitare la produzione di prodotti a solvente, che comprometterebbero guadagni e lascerebbero invenduti prodotti. Questo porta molti rivenditori edili ad essere sprovvisti di queste resine, cioè tutte quelle linee di prodotti spesso poliuretanici a solvente e, raramente, a base di poliestere, bicomponenti e non, che possano essere applicati in tutta sicurezza d’inverno, a causa delle poche aziende produttrici che hanno il coraggio di distribuire a chi le richiede le suddette resine.
In conclusione se avete bisogno di effettuare un’impermeabilizzazione d’inverno non abbiate paura di rivolgervi direttamente ai produttori che ancora mettono a disposizione dei clienti linee di poliuretaniche a solvente come la Resin SIET, che da più di 30 anni mette a disposizione la sua linea “Policolor system”, una resina poliuretanica monocomponente capace di arrivare a catalisi anche a temperature inferiori allo zero e non alla luce diretta del sole. I prezzi sono di poco superiori alle linee di resine ad acqua ma vengono lanciate promozioni più volte durante l’inverno che vi permetteranno di abbattere questi costi.
Non vivete in una casa costantemente falcidiata dall’umidità, affidatevi alle resine anche d’inverno e non ve ne pentirete.
Leave A Comment